Tornato anticipatamente dalla montagna per un impegno di lavoro giovedì, approfitto del venerdì successivo per fare il “cambio di stagione” nell’orto. Spuntati gli broccoli, raccolte le residue cicorie, raccolto ancora qualche cavolo, ho provveduto a rimuovere le pacciamature, scoprendo il terreno che, nelle aiuole riparate dai teli è rimasto ancora soffice.
Quest’anno mi aspetta una novità, accanto alla mia vecchia vanga a punta quadra che mi è fedele da 25 anni ho deciso di introdurre un po’ di meccanizzazione. Per questo motivo durante l’inverno ho comprato una piccola motozappa. Dopo molti tentennamenti ho optato per una versione elettrica. Si tratta della più potente che ho trovato in comercio 1300w, l’ho presa elettrica in primo luogo perchè abbiamo deciso di far convergere tutto il nostro fabbisogno energetico sulle fonti elettriche per sfruttare appieno il nostro impianto fotovoltaico, in secondo luogo perchè non ha bisogno di alcuna manutenzione, né operazioni di “rimessaggio” durante la stagione invernale.
Dopo aver rimosso i teli di pacciamatura ho dunque provveduto a stendere il “compost” prodotto durante i mesi passati sulle prose, non prima di aver salvato i miei amici lombrichi che stavano lavorando nella parte superiore del cumulo, deponendoli nel mucchi a fianco. Una volta stesa la sostanza organica che darà nuovo nutrimento e “struttura” alla terra impoverita dalle colture, ho incorporato il tutto con la nuova arrivata, la motozzappa elettrica. Il risultato finale è stato ottimo, la fatica minima (se si esclude quella di trasportare il compost dal luogo di produzione e di stenderlo sulle prose), la soddisfazione tanta. Avevo qualche dubbio che la motozzappa non fosse sufficientemente potente, ma su un terreno già lavorato da anni, privo di sassi e ricco di sostanza organica si è invece comportata splendidamente.
Dopo avere pareggiato le prose con il rastrello vi ho steso sopra il “tubo poroso” che consente un’irrigazione localizzata delle colture sotto il telo pacciamante e quindi i teli di pacciamatura. Uso ancora un telo di polietilene preforato che mi aveva regalato mio cugino Marco, cotivatore diretto in Romagna, lo uso, lo riuso e quando inizia a danneggiarsi lo piego in due per il lungo e le utilizzo per non far crescere le erbacce sui vialetti di camminamento. Solo quando è veramente “frusto” mi decido a buttarlo via nella raccolta differenziata della plastica. In ogni caso sto via via introducendo il tessuto “antialga” che i vivaisti utilizzano nelle serre (qui lo vedete nella versione “a sacco” per la coltivazione delle fragole), dura molto di più e può essere riutilizzato per anni.
A preparazione ultimata il terreno si presenta così (la foto mostra il lavoro non ancora completamente ultimato), con tutte le parti coperte per impedire la crescita delle erbaccie, ridurre l’evaporazione e contenere la costipazione del suolo a causa delle intemperie e pronto ad accogliere, da destra verso sinistra, piselli, patate, fagioli e fagiolini, lattughe tutte colture attentamente avvicendate secondo una razionale “rotazione agraria” di cui tengo traccia di anno in anno sul mio computer.
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