Archivio | novembre, 2012

BEPA – A – Lula …

29 Nov

Questo post è dedicato a Marina e Fiore che abitano sulla collina che guarda il lago ed affrontano, quotidianamente, la  stessa mia salita.

Mi piacerebbe potermi muovere in bicicletta ma il 1200 metri che devo percorrere on una pendenza media di circa il 10% che dovrei percorrere per tornare a casa me ne hanno sempre disincentivato l’uso.

Per un certo periodo io e “Rossana” abbiamo lasciato due vecchie bici presso un garage di un’anziana zia, scendevamo con l’auto e inforcavamo i velocipedi … un traffico, prima la macchina poi le bici, abbiamo desistito! Qualche volta abbiamo anche caricato la bicicletta sulla macchina per riportarla a casa la sera … ancor peggio. Alla fine abbiamo mollato.

Eppure la bicicletta ci ha sempre “inseguito”, una volta ne abbiamo pure vinta una con la carta igienica … volendo ben guardare per uno che se ne intende si trattava proprio di una bicicletta di m..da, quasi a voler ricordare il prodotto che reclamizza, ma fa ancora il suo dovere assistendo Alice nei suoi spostamenti universitari quotidiani, prima  a Firenze e ora a Ginevra.

Quest’estate mio fratello mi ha fatto provare la sua bici elettrica, per dirla correttamente “Bicicletta Elettrica a Pedalata Assistita” BEPA … appunto! Un breve giretto in città che mi ha entusiasmato! Una specie di “motorino silenzioso” e non puzzolente con il quale, se sei pigro, la pedalata può anche essere simbolica, come quando con una bici normale (ho imparato che per gli addetti ai lavori si dice “muscolare”) si pedala all’indietro.

Rimaneva sempre la “maledetta salita” ma mio fratello mi ha convinto ad affrontarla. L’ho fatto, in piena estate, sotto la canicola, con la camicia fresca di bucato. Ce l’ho fatta, senza grande fatica, ma non posso dire di non aver sudato!

Mi sono informato un pochino e ho scoperto che ci sono anche delle BEPA che “arrampicano” … il primo contatto che ho sondato mi proponeva un “mostro” grintoso e sportivo che mi avrebbe certamente permesso di superare la salita di casa e anche molto di più con poco sforzo fisico ma con un significativo impegno finanziario. Ci penso, mi sono detto …

Ho dunque iniziato a scandagliare la rete, marche, modelli, siti di e-commerce, fino a quando non mi sono imbattuto in un forum indipendente che è veramente una miniera di informazioni. Prima di registrarmi sono entrato e rientrato, ho fatto ricerche, letto recensioni, alcune per neofiti, altre per “professionisti”. Ho scoperto l’espressione “uomini in Lycra” usata per descrivere quei signori di mezza età che suscitano in me un sentimento a mezzo tra la derisione e l’ammirazione. Ma che non avranno mai il piacere di vedermi, così agghintato nelle loro fila!

Poi ho cliccato sul pulsante “TEST” e, prendendomi tutto il tempo necessario, sono andato a vedermi tutte le biciclette testate, con particolare riferimento a quelle che venivano segnalate come adatte alla salita.

Tra e le prove proposte si sono fatte notare  in particolar modo quella fatte da “Pix” verso il quale uno come me, un creativo con l’ammirazione per l’ingegnere e la condanna del ragioniere, non può che avere un apprezzamento particolare. Per capire questa affermazione bisogna leggere un test di Pix a caso, impeccabile, preciso senza essere “tignoso”, analitico, chiaro anche per i non addetti ai lavori, linguaggio accessibile a tutti ma mai banale, con una “spruzzatina” di ironia e anche di autoironia a condire il tutto. Godibilissimo!

Per il momento la pianto lì, mi sono già dilungato troppo per un post, ma tornerò sull’argomento. e ora ripartiamo dal titolo:

REMUNERARE LE RESPONSABILITA’

25 Nov

C’è Tizio, impiegato di una ditta privata, diciamo una fabbrica d’automobili, è in gamba fa con scrupolo e diligenza il suo compito assumendosi le responsabilità legate al ruolo.

Ogni anno l’azienda ripartisce un salario accessorio legato all’andamento dell’impresa. Tizio è anni che, in relazione all sue “particolari responsabilità”, riceve un “gratifica” di 2.500 euro.

Poi arriva la crisi, Tizio è costretto a lavorare ancora di più, gli chiedono di contenere i costi, di elaborare scenari, cercare nuovi mercati e nuovi fornitori, ma la crisi mode il settore e la “gratifica”. Tizio si dovrà accontentare di 1000 euro.

Caio invece lavora nel settore pubblico, ha anche lui delle responsabilità, sono state decise anni fa con una “Delibera”, anche lui è diligente, adempie puntualmente ai suoi compiti, seguendo il mansionario. Anche lui riceve una produttività di 2.500 euro. Anche il Settore Settore pubblico entra in crisi, si parla si “Spending Review”, di effetto Grecia, tutti i cittadini devono pagare più tasse sui redditi, forse introdurranno anche le tasse sui consumi, magari anche la patrimoniale. I soldi servono, servono per comprare beni e servizi per la macchina pubblica, servono per pagare gli stipendi dei tanti “Caio”.

Ma Caio è diligente, è adempiente, è disciplinato, è remissivo, a Caio non si potrà togliere neppure un euro dei 2.500 euro che si aspetta. Poco importa che la sua Amministrazione non abbia un sistema di misurazione e valutazione delle prestazioni (o che quello in vigore sia un buffo simulacro).

E’ successo davvero?

Tra le tante storie di Tizio  mi è sembrata particolarmente significativa a quella di una piccola Banca di Credito Cooperativo marchigiana per il suo particolare  “legame con il territorio”. Qui, a seguito della crisi, il consiglio di amministrazione si è tagliato i compensi, ha ridotto i finanziamenti eccessivi ai grossi debitori, aumentandoli ai piccoli, ha tagliato i costi del personale, che per i prossimi tre anni dice addio al premio di produzione, ridotto le spese non necessarie  e così via (leggi l’articolo su NfA)

E la storia di Caio, ha qualche esempio? Cercateli voi e, se volete postateli come commento.

Fino a quando potrà resistere questo sistema dei due pesi e delle due misure?

Aqualung: NON SAPER CHE PESCI PIGLIARE!

18 Nov

fragole in acquaponica novembre 2012

Growbed in produzione Novembre 2012

Per quanto riguarda gli aspetti agronomici della coltivazione acquaponica me la cavo benino, ne è passato di tempo, di esperienze e di stupidate da quando per la prima volta, dodicenne, ho piantato delle carote sul lato nord della casa dove abitavo, talmente vicino al muro di della gettata di cemento che quelle poche striminzite che sono cresciute avevano preso una forma a L.

Quello che mi manca è un po’ di competenza sui pesci, anche in questo campo le mie esperienze risalgono più o meno allo stesso periodo di quelle delle carote. Presso la piscina sul lago dove mi recavo quasi tutti i giorni d’estate c’era un piccolo porticciolo all’interno del quale pescavo “a vista” con i “cagnotti” piccoli pescetti che mettevo nel cestino. Abbandonati al sole per ore le mie povere vittime facevano la fine dei missoltini e la gioia del gatto!

Sono stato anche “pescatore involontario” di rettili. Non di rado, deluso dei miei risultati e attirato dalla piscina piena di acqua azzurra e di amici abbandonavo la canna con il cagnotto innescato trovandoci appesa un povera lucertola!

Insomma tutte esperienze ittiologiche (o para tali) che non mi servono un tubo ora che devo migliorare la mia acquaponica!

Ieri pomeriggio, grazie all’intercessione di Francesca, ho conosciuto il prof Ettore Grimaldi che è stato Direttore dell’Istituto Italiano di Idrobiologia di Pallanza (VB) e Docente presso la Facoltà di Medicina Veterinaria e l’Università di Milano, insomma, uno dei più noti esperti italiani di ittiologia e biologia della pesca.

Ci siamo subito trovati a meraviglia e diventati immediatamente in manera reciproca “Mario e Ettore”! Gli ho esposto le mie difficoltà a trovare un pesce che si adattasse perfettamente alle condizioni dei “Fish Tank”, con particolare riferimento all’attuale problema che hanno le mie trote marmorate ad accettare il pellet. Su questo punto specifico, che rappresenta al momento il mio cruccio maggiore, il professore mi ha detto, in sostanza, che le trote marmorate sono un po’ “Choosy”, speriamo che l’affermazione non susciti le stesse reazioni di analoga fatta dalla professoressa Fornero! Per fortuna che il motto dei pesci è “acqua in bocca”!

pomodori gialli maturi e in via di maturazione

crescita valeriana (particolare)

Sciolto qualche dubbio di natura ittiologica, immagazzinato qualche consiglio sui prossimi protagonisti delle vasche, siamo passati alla parte agronomica (la vedete ritratta in alcune foto a corredo del post). Ettore è rimasto molto colpito dall’aspetto fiorente che avevano le piantine sebbene si fosse nella fase delicata del passaggio tra le colture estive (ci sono ancora qualche pomodoro e un peperone) e quelle invernali, cavoli, finocchi, cicorie e valeriana.

Insomma un bel pomeriggio nel quale abbiamo stabilito un record: credo che sia la prima volta in assoluto in cui due uomini riescono a parlare più di due donne (“Rossana” e Francesa nella fattispecie!).

Growbed della valeriana in accrescimento

Vivere le proprie contraddizioni …

9 Nov

Sono stato studente universitario negli anni ’80, ricordo ancora un pittoresco contestatore, un tardo settantottino al quale non andava bene mai nulla del “sistema”. Un giorno scopriamo che il “rivoluzionario” era fuori corso da anni, manenuto agli studi con i soldi di facoltosi genitori. Messo alle strette sull’incongruenza fra la propria posizione pubblica e quella privata se ne esce con una frase del tipo: “Cioè, cazzo, vivo le mie contraddizioni …”

La versione “istituzionale” di questo tipo di atteggiamento ce la fornisce il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). Recentemente quest’organo dello Stato, di rilievo costituzionale (Art. 99) ha bacchettato il Governo Monti in una corposa relazione di 362 pagine parlando di “inadeguatezza dei tagli lineari”, di “responsabilizzazione dei dirigenti” e compagnia cantante.

Vivendo le proprie contraddizioni i dirigenti del CNEL si sono appena divisi un premio di produttività di 12.760 € per quelli di prima fascia e di 22.847 per quelli di seconda fascia uguali per tutti! Esattamente come avevano fatto nel 2010 e nel 2011.

Sono sicuro che nessun lettore del blog si sorprenderà se scrivo che al CNEL non esiste l’Organismo Indipendente di Valutazione che dovrebbe distribuire i premi sulla base di un sistema di “misurazione della performance” realizzata sulla base di specifici piani annuali.

(fonte)