Se fossimo dalla Gabanelli questo post avrebbe per titolo “Good News”. Perchè fa notizia quando le donne si uniscono in “cooperativa” per intrattenersi con un vecchio dal “culo flaccido”. Allora i giornali ci danno dentro a parlare di minorenni e di bunga bunga.
Nessuno si occupa di loro quando si organizzano tra loro per fare un mestiere “da uomini” come quello del pescatore, quando rosicchiano un altro pezzettino di spazio in quei territori che prima erano di esclusivo appannaggio maschile. Generalizzare tuttavia non è mai bene, ci sono uomini che sentono questa “conquista” anche come un “loro” conquista. Sto parlando Giuseppe Maffei, il Presidente della storica cooperativa di pescatori “Maestrale” di Marina di Carrara.
Non conosco personalmente Giuseppe ma me lo immagino lo scorso novembre presentare, anche come un proprio successo il nuovo equipaggio tutto femminile, di un peschereccio della “sua” cooperativa a “Mondo Pesca”.
Un equipaggio veramente speciale quello del peschereccio “Maremi II”, ultimo arrivato nella coop. “Maestrale”, costituito da cinque donne: tre italiane, una bulgara e una colombiana, un equipaggio che ci racconta, di un “Paese reale” diverso da quello che ci presentano i media. (sono talmente inadeguati che l’agenzia ANSA non è neppure riuscita a titolare correttamente la notizia, guardate il sottotitolo!)
Dicevo che la notizia non è freschissima (risale allo scorso mese di novembre) il pesce invece si, perchè con un gruppo di amici riuniti nel GASteropoda lepontino acquistiamo già da qualche tempo il pesce della coop “Maestrale”, lo facciamo conservato in vasetti, lavorato dalla coop “Bio e Mare” e abbiamo per la prima volta fatto il tentativo di provare il pesce fresco.
Settimana scorsa mi telefona Rady, all’anagrafe Radoslava Petrova e mi dice che avevano un consegna da fare a Milano e che, se volevo, sarebbero venuti a portarmi il pesce direttamente “a casa”. Detto fatto, mercoledì scorso si presenta ne lmio ufficio a mezza mattinata Mizio, il figlio del Presidente con i vasetti della “Bio e Mare” e un contenitore atermico con il pesce.
Mizio mi dice che il pesce è stato pescato quella stessa notte, portato a riva e sfilettato, alle 5 è partito per Milano alle 11 era nel frigorifero del mio ufficio, alle 20 nella padella di casa mia. Pochi minuti dopo lo assaporo per la cena. Riconosco i filetti di sugarello, buonissimi, il giorno dopo viene il turno del polpo di scoglio in compagnia delle patate e quindi delle seppie, in umido con i piselli.
Mizio mi racconta che il pesce della coop Maestrale che non viene venduto il giorno stesso, sul molo o nella pescheria, viene cucinato e invasettato per fare sughi e altri prodotti nel laboratorio della coop “Bio e Mare”. Ora stanno lavorando per allargare la pescheria-laboratorio, con annesso ristorante e attrezzarsi per preparare anche piatti pronti, per chi il pesce non sa, non ha il tempo o non vuole cucinare il pesce.
Non faccio mai gli auguri per l’otto marzo, credo non ci sia nulla da festeggiare, un giorno all’anno, in una sociatà ancora profondamente maschilista ma un augurio all’equipaggio della “Maremi II” ritengo vada proprio fatto!

Nota per gli amici che mi conoscono: fatemi sapere se siete interessati ad essere inseriti nel gruppo per l’acquisto del pesce fresco prendendo l’impegno preciso di venire a ritirarlo il giorno stesso del suo arrivo!
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