“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior …” così cantava il poeta e cantautore genovese. Personalmente mi sono chiesto perchè la pipì dovesse andar sprecata! Sarà forse per questo che ho scelto di far partire il mio processo di coltivazione “Acquaponica” mettendo da parte, per alcune mattine del finire dell’estate, il mio “tesoro” giallo paglierino.
E’ stato un po’ come quando devi raccogliere un campione per le analisi, solo mooolto più facile, perchè anzichè centrare la microscopica provetta, non dovevi fare altro che riempire un bidoncino da cinque litri e voi capirete che con la “prolunga” è stato un gioco da ragazzi.
Il “teatro delle operazioni” è stato un cespuglio in giardino, dietro il quale mi sono occultato per alcuni giorni, favorito dal fatto che alzandomi di solito molto presto, la semi oscurità lavorava a favore della mia privacy.
Il “liquido biondo” è rimasto per circa 15 giorni a “maturare” nel cespuglio per fare in modo che l’urea si trasformasse in ammoniaca, indispensabile per iniziare il “ciclo”, a quel punto aveva perso il suo bel colore brillante in favore di un marrone torbido ma era pronta per iniziare a lavorare.
Ma per dare il via a quella fantasitica catena di eventi microscopici che si chiama “Acquaponica” mancavano ancora alcuni protagonisti: i batteri, Nitrosomonas e Nitrobacter.
Che cosa fanno questi “carneadi” del microscopio è presto spiegato con l’aiuto di questa immagine:
Mentre in natura il ciclo naturale è completato dalle alghe o dalle piante acquatiche che “filtrano” l’acqua con le proprie radici, avete presente le mangrovie?
Nella coltura acquaponica questo lavoro è svolto dalle verdure che, crescendo sul loro “letto” di argilla espansa irrorato dall’acqua del contenitore, la filtrano e la restituiscono pulita al punto di partenza.
Ma prima che “partecipino alle danze” i nostri amici pesci è necessario che il sistema sia avviato (Cycled) esattamente come il disegno sopra, per questo la prima ammoniaca ce l’ho messa io, che respiro aria, mangio la peperonata e mi riparo sotto un tetto, anzichè respirare con le branchie, cibarmi di vermi e nuotare tutto il tempo!
Quello che è indispensabile è però vegetali comincino da subito a “giocare la loro partita. Eccoli dunque al lavoro, attrezzati per sfidare i rigori autunnali: tre verze, tre broccoli, tre finocchi, e qualche porro! Per un primo “esperimento” possono bastare.
P.S. chiedo scusa alla “Manto” per eventuali imprecisioni, spero tuttavia di aver meritato almeno un 6=
Molto interessante, sopratutto sapere che anche un essere (sufficientemente) umano può sostituire i pesci all’occorrenza… Anche sapere la provenienza degli ingredienti della prossima casseula è abbastanza confortante: più biologici di così!
Già mi vedo lo spazio solitamente dedicato a grigliate e cene invaso da culture acquaponiche…. Ci daremo alla pesca sportiva!
Scherzi a parte, una interessantissima sperimentazione, tienici aggiornati…
Tranquilli quando sarà l’ora del “fiero pasto” non vi ciberete di me come i figli del conte Ugolino o meglio, viste le latitudini, le signorine del bunga bunga!
Saranno già intervenute le trotelle a sostituirmi.
🙂
Cirano,mal’acqua dov’è?
E’ nel contenitore sotto, portata sopra da quel tubo giallo che puoi vedere nella foto che ho aggiunto. L’acqua viene distribuita tutto attorno per mezzo di un tubetto forato, per bagnare con cura l’agilla espansa del letto di crescita.
Ciao
P.S. mi sono permesso un piccolo intervento sul tuo commento …
E pensare che Barbara mi letica quando la faccio sugli olivi……
Saluti Mau
E’ pechè tu, grullo, la fai da in cima all’ulivo di sotto, magari quando il povero Rino e Avana stanno raccogliendo!
🙂