Archivio | marzo, 2014

LA SOLITA “FUFFA”

31 Mar

A Milano direbbero che sono “il solito pirla”, m’illudo sempre che le cose possano cambiare, che siamo all’ultima spiaggia, con le spalle al muro, dunque è inevitabile un mutamento di passo.

Per questo motivo, anche se i provvedimenti strombazzati dal Presidente del Consglio di turno hanno i contorni nitidi dei paesaggi immersi nelle nebbie che favoriscono la maturazione del Culatello ho sperato che almeno le scadenze venissero rispettate.

Ho dunque atteso che maturassero i tempi previsti per l’emanazione del decreto attuativo art, 13 comma 24 DECRETO-LEGGE 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con la legge 21 febbraio 2014, n. 9 altrimenti chiamato “Destinazione Italia”, vado a vedere sul sito del Ministero degli Affari Regionali e non trovo nulla.

Deluso, mando una mail all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Ministero per avere informazioni … v’invito a fare altrettanto per scoprire com’è andata a finire. Per i più pigri riporto tra parentesi il messaggio di risposta automatica: (L’indirizzo di posta elettronica del destinatario non è stato trovato nel sistema di posta elettronica del destinatario. Non verranno effettuati ulteriori tentativi di recapito del messaggio. Controllare l’indirizzo di posta elettronica e provare a inviare di nuovo il messaggio oppure fornire il testo di diagnostica seguente all’amministratore di sistema.)

Per farla breve ho scoperto la vera direzione del provvedimento “Destinazione Italia”: il Maghreb! Altro che Unione Europea!!! Siamo veramente alla frutta.

ENDORSEMENT PER MATTEO

23 Mar

E’ giovane, preparato e non ama stare con le mani in mano, non è il neo Presidente del Consiglio ma è il candidato sindaco del mio Comune.

E’ arrivato alcuni anni fa nell’Amministrazione pubblica per la quale lavoro, il mio Ente aveva bisogno di personale temporaneo per contribuire alla realizzazione di un progetto di cooperazione transfrontaliera (allora si poteva ancora). Era fresco di laurea in giurisprudenza, a pochi giorni dal diploma s’imbatte nell’avviso pubblico e si dice “Perchè non provarci”. Matteo non è tipo da lasciare le cose al caso e, nonostante i posti si contassero sulle dita di una mano, nonostante i concorrenti fossero circa un centinaio, nonostante quello che si dice sui concorsi pubblici, Matteo partecipa, studia e vince!

Come ultimo arrivato era destinato a lavorare un po’ come tuttofare, tappabuchi, ma di lui ricordo dal punto di vista professionale l’attenzione: attenzione per i compiti che doveva svolgere, attenzione per le dinamiche dell’ufficio, attenzione nell’osservare come i politici si rapportano con il personale.

Mai un commento, sebbene, conoscendo la sua militanza in un partito che “non le mandava a dire”, l’avessi più di una volta inzigato a farlo. C’è stato persino un momento in cui ho pensato che il trombone politico a capo della baracca lo volesse far lavorare in quella “corte dei miracoli” che si era costruito per sé, poi qualcuno deve avergli detto che Matteo era consigliere comunale per un partito che “non le mandava a dire” e allora ha preferito optare per una “bellona”.

Così diverso da me Matteo, lui così riflessivo, io così irruente, sembra che lui abbia trascorso tutta la sua vita professionale nella P.A. non “Cirano”.

A tutti i miei collaboratori io dò del “lei”, ai politici tendo a non dare confidenza persino quando mi chiedono di dar loro del “tu”; abborraccio per l’occasione qualche giustificazione, qualcosa sulla distinzione dei ruoli. Con Matteo sono sempre stato portato ad avere un tono più confidenziale, ancorchè sia passato al “tu” solo dopo che ha cessato il lavoro con l’Amministrazione.

Purtroppo l’incarico era temporaneo, terminato il progetto Matteo ha dovuto interromepere la collaborazione con l’Ente, da lui non è arrivata mai né un richiesta, ne un’ammiccamento che lasciasse intendere alla possibilità di continuare il rapporto. Sapeva già che la parentesi di funzionario pubblico era un’esperienza temporanea, lui avrebbe iniziato pratica in uno studio legale.

Ne ha guadagnato il nostro rapporto personale, io ho iniziato a dargli del tu, lui credo che continui con il lei, anche se, quando diventerà Sindaco, dovrò dirgli di darmi del tu se vorrò trarne dei vantaggi personali :-).

Ci incontriamo qualche volta nei sentieri del Parco, amiamo entrambi fare delle passeggiate nella natura, l’ultima volta che ci siamo visti è stato al funerale di un vecchio amico. Forse in quell’occasione Matteo avrebbe voluto dirmi che si sarebbe candidato, invece non l’ha fatto,  l’ho saputo da altri. Non credeva gliel’avrebbero fatto fare, lo ritenevano troppo giovane,  invece … chissà, forse la strada aperta dell’altro Matteo gli ha portato bene!

Credo che Matteo sia la persona giusta per il nostro Comune, essere giovani non è una garanzia in sé, anche alle precedenti elezioni il Centrodestra ha presentato un candidato “giovane”, ma sembrava di avere a che fare con il pupazzo Rockfeller, stava lì con il sorcio in bocca se non c’era dietro qualcuno che lo muoveva!

Matteo è un giovane pensante, riflessivo, preparato e intraprendente, inoltre ha imparato ad utilizzare nell’anno che ha trascorso lavorando su un progetto nell’Amministrazione pubblica, quell’importante “tesoro” che sono le risorse dell’Unione Europea. Ha imparato ad utilizzarlo in un modo diverso da come fanno abitualmente i politici, cioè spendendolo avendo cura di darne (se va bene) una giustificazione meramente contabile, ha imparato ad utilizzarlo come “tesoro” di idee, di relazioni, di contatti, di contenuti, di realizzazioni utili, tangibili, in grado di continuare a produrre valore per la comunità anche quando hanno finito di essere sostenuti dai soldi dell’Unione.

Auguri Matteo!

Bambini

19 Mar

LA FONDAZIONE

17 Mar

Cosa “Cirano” pensi delle Fondazioni Bancarie è poco rilevante, di certo non ne pensano bene Tito Boeri e Luigi Guiso, economisti del quotidiano economico on line “La Voce”. Sul tema si suggerisce di leggere questo articolo sul rapporto fra consiglieri delle Fondazioni e Politica.

Come “Cirano” mi limito a fare la “cronaca critica” di quanto è accaduto alcuni giorni or sono ad un incontro organizzato da una Fondazione (di derivazione bancaria) dedicato ai fondi europei per la ricerca e per il no profit.

Esordisce nella sua introduzione il Presidente della Fondazione leggendo un “pistolotto” su giovani, occupazione, formazione, sfida del Welfare di Comunità. Non sembra neppure presieda un Ente che fino a qualche tempo fa elargiva risorse a chi si approcciava al politico locale di riferimento, che siedeva nel Consiglio di Amministrazione! Spara bordate sul sistema della formazione professionale di cui dice essere orientato più nei confronti di chi progetta e offre corsi che non alla possibilità dei giovani di trovar lavoro.

Prende la parola l’esponente italiano al Parlamento Europeo, ringrazia e si “lecca” a dovere il Presidente e dice un gran bene dei fondi europei e del proprio lavoro in Europa che ha cotribuito a renderli più accessibili a tutti. Poi introduce il nuovo programma HORIZON 2020, 80 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 destinato a progetti di ricerca di eccellenza, leadership industriale e sfide sociali. Il pubblico è soverchiato di informazioni generali, frammentarie eterogenee, molti sono rappresentanti di associazioni che stentano a redigere e a rendicontare un progettino per un bando della Fondazione si guardano intorno con sguardo bovino e assente! Non importa avanti con i numeri, le informazioni, le opportunità, in fondo quello che deve rimanere all’uditorio è che l’Europa è una sorta di albero della cuccagna e che noi (sara forse un caso che il prossimo 25 maggio ci saranno le elezioni?) siamo lì a portare le vostre istanze!

Si passano poi in rassegna i fondi a gestione indiretta, per i quali non è necessario presentare le domande a Bruxelles. Sono i soldi per i quali emettono i bandi le Regioni, si chiamano POR, FESR, FSE, Cooperazione Territoriale, tutte sigle che non dicono nulla a chi, come gran parte dell’uditorio, non sia un “addetto ai lavori”. Anche qui ci si dà dentro con i turibolo per incensare la propria Regione: ha speso tutti i fondi, i partecipanti a corsi di formazione professionale trovano lavoro entro 6 mesi …

E’ il momento del rappresentente in Italia dell’Unione, legge in maniera trasandata e svogliata gli appunti su un “piccolo” programma specializzato a gestione diretta e liquida la pratica.

In quattro e quattr’otto si chiude la riunione, il moderatore dà il “rompete le righe”, in un’atmosfera di fumo generale, vuoi per la quantità di informazioni dispensate in modo generico, “zippato” e su temi etereogenei, vuoi per tutto quel mulinare di turiboli carichi d’incenso, la gente non vede l’ora di raggiungere l’uscita per prendere un boccata d’aria fresca!

Pestando i piedi anche all’Etna …

12 Mar

P1010583Dovevamo venire a Mascali per ricordare Beppe con una partita di Basket, poi gli impegni, il lavoro, la famiglia … la vita che continua … nonostante tutto.

Siamo comunque venuti in tre, io, MarcoMirko, e Gianpiero, con le nostre compagne e Coach Angelo che è stato con noi il primo giorno.P1010689

In questo post faccio mio il desiderio di Carmelina, la mamma di Beppe, che poco tempo fa ha detto a me e Lucia: “Io nella mia vita non voglio più vedere posti, voglio conoscere persone”. E’ dunque di tre persone conosciute (o ritrovate) in questa vacanza che parlerò. Siciliani coraggiosi, onesti, intraprendenti, attivi e creativi, che vivono in una terra difficile e incantevole: Sergio,  Carmen e Alfio.

Sergio è l’amico ritrovato, partito appena conseguita la laurea per il Nord all’avventura, inanellando una supplenza dietro l’altra e poi, finalmente, il posto in ruolo. Ne ho parlato in questo post e avevo ancora negli occhi la sua immagine mentre negli spogliatoi, per prepararsi alle partite, si toglieva i mutandoni di lana che lo avvolgevano fino alle caviglie per difendersi da quel freddo al quale non è mai riuscito ad abituarsi. Sergio, un generoso sempre, con la palla a spicchi e fuori dal campo, con gli amici, i ragazzi delle scuole medie, i colleghi della compagnia teatrale.

Sergio, con il suo bizzarro modo di approcciare l’educazione sessuale, nei confronti di ragazzi che diversamente sarebbero “istruiti” da internet o dal passaparola. Sergio, ora colto anfitrione, ora bizzarro giullare, ci ha accomapagnato tutte le volte che ha potuto, insaporendo come il sale, ogni pietanza, indipendentemente dal fatto che fosse destinata agli occhi, al cuore, al cervello o alle papille!

A proposito di papille: Carmen. Anche lei, benché giovane, con sette anni di esperienza al Nord, gli studi interrotti, il lavoro, poi il ritorno a casa, non per andare ad ingrossare le file della disocupazione ma per inseguire un suo progetto: gestire un vecchio podere della zia, valorizzarlo, farne un agriturismo ai piedi dell’Etna. Clementine a perdita d’occhio per le quali il mercato non ti da più nulla ma se ci affianchi la ricettività, allora puoi, progettare, immaginare un futuro, inosmma vivere!

Carmen ti accoglie, si mette a tua disposizione, sempre attenta, mai invadente, vuole sorprenderti, emozionarti, farsi ricordare. Per questo ogni mattina prepara per te una torta nuova: ai pistacchi, alle mandorle, alle mele e poi biscotti, cannoli e spremute di arance rosse, preparate all’ultimo perché, dice Carmen: le vitamine non si devono ossidare!

E’ stata Carmen a presentarci Alfio, laurea in Economia ad indirizzo turistico e passione per la sua terra. Quella passione che non ti fa stare fermo, che ti spinge a buttarti a “intraprendere”. Con spirito quasi “brianzolo” Alfio con due suoi amici si è dato da fare costituendo la compagnia Etna Alcantara Excursions che oltre a farti da guida sull’Etna ti conduce a scoprire posti “segreti” che solo i locali conoscono.

E’ stato il caso delle Gole dell’Alcantara, nate come “piano B” rispetto all’impossibilità di percorrere i sentieri del Vulcano a causa della nebbia, calata improvvisamente. Non le “solite gole”,  consumate dai turisti partendo dal tradizionale parcheggio e raggiunte con l’ascensore. Ma viste dall’alto percorrendo con il fuoristrada un sentiero che pochi conoscono.

Alfio che sta alle battute, con il quale condivido la passione per i funghi, che ci racconta con lo stesso orgoglio la sua condizione di giovane padre e la storia della rocca del suo paese, Castiglione di Sicilia. Visitiamo il rocca e il paese, percorrendo strade impervie e tortuose “soffocate” da palazzi ora cadenti ma testimoni di antica opulenza e cronica povertà.

Sergio, Carmen e Alfio testimoni laboriosi di una Sicilia che può cambiare, di un Paese che può cambiare, con tempi che purtroppo saranno lunghi, molto più lunghi di quanto non siano quelli promessi dalla politica.

Il perchè lo capiamo dalle parole di un alunno di Sergio, ormai adulto,  che abbiamo incontrato in un bar sulla riva del mare, alla nostra domanda: “Com’era, Sergio come professore” risponde, orgoglioso di poter manifestare sull’argomento il proprio pensiero: “Un grande!!!”.

E’ dunque questo il segreto, se vogliamo cambiare, dobbiamo costruire il nostro futuro non sulle chiacchiere ma sull’esempio.

Concludo con il “Talkin’ sul sesso” di Francesco Guccini, in omaggo ai bizzarri corsi di educazione sessuale di Sergio: