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LA FONDAZIONE

17 Mar

Cosa “Cirano” pensi delle Fondazioni Bancarie è poco rilevante, di certo non ne pensano bene Tito Boeri e Luigi Guiso, economisti del quotidiano economico on line “La Voce”. Sul tema si suggerisce di leggere questo articolo sul rapporto fra consiglieri delle Fondazioni e Politica.

Come “Cirano” mi limito a fare la “cronaca critica” di quanto è accaduto alcuni giorni or sono ad un incontro organizzato da una Fondazione (di derivazione bancaria) dedicato ai fondi europei per la ricerca e per il no profit.

Esordisce nella sua introduzione il Presidente della Fondazione leggendo un “pistolotto” su giovani, occupazione, formazione, sfida del Welfare di Comunità. Non sembra neppure presieda un Ente che fino a qualche tempo fa elargiva risorse a chi si approcciava al politico locale di riferimento, che siedeva nel Consiglio di Amministrazione! Spara bordate sul sistema della formazione professionale di cui dice essere orientato più nei confronti di chi progetta e offre corsi che non alla possibilità dei giovani di trovar lavoro.

Prende la parola l’esponente italiano al Parlamento Europeo, ringrazia e si “lecca” a dovere il Presidente e dice un gran bene dei fondi europei e del proprio lavoro in Europa che ha cotribuito a renderli più accessibili a tutti. Poi introduce il nuovo programma HORIZON 2020, 80 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 destinato a progetti di ricerca di eccellenza, leadership industriale e sfide sociali. Il pubblico è soverchiato di informazioni generali, frammentarie eterogenee, molti sono rappresentanti di associazioni che stentano a redigere e a rendicontare un progettino per un bando della Fondazione si guardano intorno con sguardo bovino e assente! Non importa avanti con i numeri, le informazioni, le opportunità, in fondo quello che deve rimanere all’uditorio è che l’Europa è una sorta di albero della cuccagna e che noi (sara forse un caso che il prossimo 25 maggio ci saranno le elezioni?) siamo lì a portare le vostre istanze!

Si passano poi in rassegna i fondi a gestione indiretta, per i quali non è necessario presentare le domande a Bruxelles. Sono i soldi per i quali emettono i bandi le Regioni, si chiamano POR, FESR, FSE, Cooperazione Territoriale, tutte sigle che non dicono nulla a chi, come gran parte dell’uditorio, non sia un “addetto ai lavori”. Anche qui ci si dà dentro con i turibolo per incensare la propria Regione: ha speso tutti i fondi, i partecipanti a corsi di formazione professionale trovano lavoro entro 6 mesi …

E’ il momento del rappresentente in Italia dell’Unione, legge in maniera trasandata e svogliata gli appunti su un “piccolo” programma specializzato a gestione diretta e liquida la pratica.

In quattro e quattr’otto si chiude la riunione, il moderatore dà il “rompete le righe”, in un’atmosfera di fumo generale, vuoi per la quantità di informazioni dispensate in modo generico, “zippato” e su temi etereogenei, vuoi per tutto quel mulinare di turiboli carichi d’incenso, la gente non vede l’ora di raggiungere l’uscita per prendere un boccata d’aria fresca!