IN 1/2 ORA: (ancora un post sulle poste per dire che nulla è a posto)

7 Nov

E’ un periodo che non riesco a liberarmi dall’incubo delle poste, ecco cosa mi è successo ieri.

Dovevo spedire un plico pesante di documenti, l’ufficio spedizioni della mia amministrazione accetta raccomandate solo fino al peso di 2 kg e avrei dovuto fare 5 plichi, impensabile! Il corriere espresso sta ancora aspettando dei pagamenti, dunque non passa fino a quando non verrà saldato.  Non mi rimane che  recarmi presso un piccolo uffico distante un paio di km, chiedere di fare un “Paccocelere 1”, pagare di tasca mia e chiedere il rimborso.

Devo andare personalmente però, perchè mandare un mio collaboratore, prenotare l’auto di servizio, compilare i modelli “all’uopo predisposti”, tanto per il prelievo del mezzo quanto per la restituzione, compilare il permesso di servizio, ecc … è un’impegno degno di miglior causa. Faccio prima ad andare con la mia auto senza dover chiedere nulla a nessuno.

In un attimo sono all’ufficetto, davanti a me ci sono tre persone, “Bene farò in un attimo” dico fra me e me (temevo l’incubo “Pensioni”).

L’impiegato è un signore anziano, imperturbabile, si vede che ha poca dimestichezza con le pratiche d’uffico, mi sono fatto l’idea che fosse un vecchio postino che per ragioni di saute non può più passare di casa in casa coi i pesanti plichi della corrispondenza (ma questa è una mia idea non suffragata da alcun elemento documentale).

Un pensionato però c’è, quando arrivo io è il primo della fila, ritirerà circa 800 € che vengono contati quattro volte dall’impiegato, quando li tira fuori dal cassetto, quando li mette in ordine allineando tutte le banconote per lo stesso verso, ad operazione di “riordino” ultimata e nel momento della consegna dei biglietti di banca al cliente.  Benchè l’omino fosse canuto e con ampi baffi mi sembrava di vedere nei suoi gesti ampi e lenti la soddisfazione di un bambino mentre riordina le  figurine!

Prima che venga servito il secondo cliente (mai come in questo caso il termine adatto sarebbe “paziente”) mi inserisco e chiedo cortesemente un modello per la spedizione perchè, nonostante su un bancone facesse bella mostra di se un cartello con la scritta “MODULISTICA”, di moduli neanche l’ombra!

Il secondo cliente è un signora anziana, chiede se c’è “il Paolo”, che immagino sia l’impiegato abituale, alla risposta negativa, nonostante vi fosse il rimpiazzo (per capire meglio questa figura dovreste aver visto il film “L’intrepido” interpretato da Antonio Albanese) chiede consiglio su due prodotti postali nei quali investire diecimila euro. L’omino di “prodotti postali” non ne sa nulla, lo confessa condidamente alla signora che continua a chiedere ostinatamente consigli; l’omino le suggerisce di tornare il giorno dopo, quando ci sarebbe stato “il Paolo”, ma le signora continua a chiedere informazioni al rimpiazzo, sebbene per lei sia un perfetto sconosciuto. Alla fine se ne fa una ragione e si allontana con i suoi incartamenti.

Il terzo “paziente”, ormai non è possibile chiamarlo diversamente, è un lavoratore manuale, forse un artigiano, certamente in tenuta da lavoro, deve fare un versamento sul suo conto di famiglia, consegna le banconote ma la procedura s’inceppa. “Ha cambiato la carta d’identità?” gli fa l’impegato di rimpiazzo, “L’ho solo rinnovata” dice il paziente cliente, mostrando il timbro sul retro consentito da un recente normativa sulla semplificazione. “Devo fare l’aggiornamento” sentenzia il rimpiazzo e inizia a mulinare le dita sulla tastiera senza produrre risultati apprezzabili per almeno cinque minuti. Intanto iniziano i primi sorrisi di complicità tra il “pubblico di tifosi” via via entrati ad affollare quello stanzino 3 X 2 con all’esterno il caratteristico cartello giallo, nel quale non penso sia un caso se non sia mai scomparsa, nell’era della multimedialità, la “T” di “Telegrafo”!

Ancora un po’ di armeggiare sulla tastiera e poi, come un colpo di teatro, la domanda che il maturo impiegato rivolge al suo pubblico: “Il codice di avviamento postale di …” (segue il nome della piccola frazioncina in cui ci trovavamo in quel momento!) E’ stato in quell’istante che l’ambivalenza dei sentimenti dell’uditorio, in bilico fra nervosismo e ilarità, gira a favore di quest’ultima. Non ci vuole ancora molto per venire a capo della faccenda: il conto dell’artigiano era cointestato e anche la moglie aveva la carta d’identità scaduta, sarebbe dovuta passare a completare “l’aggiornamento dei dati nel sistema informatico”.

Giunge finalmente il mio turno, sono preparatissimo, avrei potuto anche arabescarlo il modulo per la spedizione, va tutto bene. L’impiegato gira un manovella e, come fosse un ponte levatoio medioevale, si apre una porta di una specie di “camera di decompressione” che permette il passaggio degli oggetti senza che l’addetto (titolare o rimpiazzo che sia) entri in contatto con il pubblico.

Lo spazio dietro il bancone è ancor più esiguo di quello riservato al pubblico, il rimpiazzo impiegatizio fatica ad appoggiare il pacco sulla bilancia e poi inizia ad armeggiare; non mi rendo conto subito che cosa stia facendo, ma poi arriva la domanda: “Sa quanto pesa?” evidentemente non funzionava la bilancia! “Non ne ho la minima idea“, rispondo, ma pur di concludere l’operazione sarei stato disponibile a pagare per il massimo del peso consentito. Alla fine si trova la presa giusta e la bilancia elettronica si mette a segnare 9,610 kg. Tiro un sospiro di sollievo, pago 15,90 €, e, dopo trenta minuti, ritiro l’ambito “premio” della ricevuta e me ne torno a lavorare.

Grazie Sarmi di aver fatto “volare” le poste!

4 Risposte to “IN 1/2 ORA: (ancora un post sulle poste per dire che nulla è a posto)”

  1. Krisi 7 novembre 2013 a 10:36 #

    …e questo è ancora poco !
    L’ultima volta che sono stato in posta, ci sono dovuto andare per pagare una multa presa qualche minuto prima.
    Sono uscito dopo un’ora con la multa pagata e con un nuovo contratto telefonico che non avevo nessuna intenzione di prendere. Tra l’altro per ricaricare dovevo andare in posta, un delirio.

    Questa “avventura” ci insegna, come mi è più volte successo, che la lunghezza temporale di una coda non è funzione del numero di persone.
    Teoria delle code: http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_code
    N.B.: sul wiki non sono ovviamente citate le Poste !

    Legge di Murphy (citata a memoria): la coda che prendi è comunque e sempre la più lenta di tutte.

    • Cirano 7 novembre 2013 a 16:34 #

      Krisi, è inutile, sei sempre più avanti!

  2. Nicoletta Zaccaria 7 novembre 2013 a 22:49 #

    deve essere la settimana giusta!!! Lunedì mattina entro in posta a Cannobio per fare un versamento…sono tranquilla ho 1 ora di tempo per cui non mi lascio impressionare dal fatto di avere 12 persona davanti. Sono un’ottimista!!! Passato il tempo a mia disposizione rinuncio…sono il numero 25 e stanno servendo il 18…

    • Cirano 8 novembre 2013 a 06:33 #

      😦
      Le poste, se dovessero stare sul mercato sarebbero già fallite da tempo!

Scrivi una risposta a Nicoletta Zaccaria Cancella risposta